martedì 24 maggio 2011

Il Vulture fra natura, storia e tradizioni























Associazione Culturale GE.CO.S.


Via Vienna, 26 - 73010 SAN DONATO DI LECCE (LE)


0832.347774 (Tel/Fax)








































PROPOSTA ESCURSIONE SCIENTIFICA







L’Associazione Culturale G.ECO.S.
«Geografia Ecosostenibilità Sviluppo» propone la seguente escursione:





IL VULTURE FRA NATURA, STORIA E
TRADIZIONI



(26, 27 e 28 agosto 2011)







L’escursione in Basilicata – un’esperienza in parte
rivissuta nell’agosto 2010, ma con tappe diverse, intende approfondire la
conoscenza del diversificato patrimonio ambientale (laghi, vette rocciose,
greggi, fiumi e torrenti su alvei pietrosi, prati fioriti e distese di
ginestre, boschi di faggi) e culturale (castelli, parchi archeologici, chiese),
in un’area tra il Materano e Potentino dove si fondono suggestioni, pace,
serenità e incomparabili bellezze paesaggistiche, in grado di esprimere
specificità uniche ed incontaminate.



Se da un lato, questi ambiti territoriali in molte
parti d’Italia, a volte, risultano degradati e mortificati dall’inquinamento,
cementificazione, ipersfruttamento ed elevato carico demografico, dall’altro,
in Basilicata, grazie all’uso equilibrato delle risorse disponibili, alla
conservazione delle risorse e dell’intero ecosistema, agli interventi di
utilizzazione e razionale programmazione, sono in grado di offrire
significative ricadute in campo socio-economico, perché adeguatamente inserite
nel circuito turistico. Il Parco della Grancìa – situato alle falde del
versante montano su cui ricade Brindisi di Montagna (comune in provincia di
Potenza con circa 1.000 residenti) –, attraverso l’allestimento della “Storia
bandita” (incentrata sul racconto di
vicende legate ai banditi lucani in
lotta contro il Regno d’Italia, dopo l’Unità), rappresenta, infatti, uno dei
rari esempi dove ambiente e tradizioni coesistono armonicamente, promovendo la
salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo locali, con conseguenze positive
sul turismo, oltre che sul commercio, agricoltura e artigianato.





L’itinerario – della durata di tre
giorni – si svolgerà nelle due province di Matera e Potenza, con partenza in
autobus da Lecce e soste a Brindisi.





I° GIORNO:
venerdì 26 agosto.



Raduno dei Partecipanti alle ore 12,00 lungo il
marciapiede del Foro Boario (di fronte all’Hotel Tiziano). Incontro con
l’accompagnatore, trasferimento in pullman privato G.T. e partenza per la
visita guidata di TRICARICO (MT),
comune con circa 6.000 abitanti e prevalentemente montuoso, il cui nome deriva
da Trigarium (maneggio per cavalli), da cui gli abitanti prendono il nome
(Tricaricesi). Nota come città arabo-normanna, possiede uno dei centri storici
medioevali più importanti e meglio conservati della
Basilicata,
dove spiccano la cattedrale di Santa Maria
Assunta
(
voluta da
Roberto il Guiscardo, nella quale, nel 1383, Luigi I d’Angiò fu incoronato re di Napoli); i conventi (Sant’Antonio di Padova,
Santa Chiara, Santa Maria del Carmine, San Francesco d’Assisi, Santa Maria
delle Grazie); le torri (della Saracena
e della Ràbata – che rievocano l’
arrivo di saraceni a inizio del IX
secolo e normanna); le porte della città fortificata; i palazzi
ducali nobiliari, ecc.



Tricarico ha dato i natali a Rocco Scotellaro (scrittore, poeta e politico italiano – nato il 1923 e morto il 1953 –, figura-simbolo
del rinnovamento politico e culturale del Meridione).



Sistemazione e cena in hotel a Potenza.





II° GIORNO:
sabato 27 agosto.



Dopo la colazione in hotel, partenza in autobus per
visitare il CASTEL LAGOPESOLE (
frazione di Avigliano, in
provincia di Potenza, che conta 652 abitanti).
L’alternarsi al suo interno di stili ed elementi architettonici variegati,
evidenzia le diverse fasi costruttive nell’arco dei secoli e rappresenta uno
degli esempi più belli e caratteristici di castelli federiciani nel Sud Italia.
A pianta rettangolare, è racchiuso fra quattro torri angolari, posto in
posizione collinare per dominare l’intera valle e voluto dall’imperatore
Federico con funzione di residenza di caccia (fu, inoltre, la dimora ideale
di
Manfredi,
figlio di
Federico II, che la privilegiò alla
capitale del suo regno). La parte più interessante del Castello, ubicata nel
lato del cortile grande, è quella che dà accesso ad una bellissima cappella di
stile angioino e a diverse sale, tra cui quelle denominate “dell’imperatore e
dell’imperatrice”, di notevole pregio artistico.



Se
il castello di Lagopesole è il più bello, magico e misterioso, quello di MELFI (16.110 ab.) è il più noto della
regione. Abitata dai Dauni e Lucani, diviene romana come attesta il
ritrovamento di una villa e di alcuni mosaici, ma raggiunge una certa
importanza sulla Valle dell'Ofanto con i Longobardi, fino a diventare capoluogo
politico e amministrativo con i Normanni, prima che fosse scelta Palermo,
condizionata dalla necessità di controllo delle vie di comunicazione antiche
(sia dei percorsi della transumanza, sia degli itinerari di collegamento tra
Tirreno, Adriatico e Ionio, con le valli dei fiumi Ofanto, Sele e Bradano).



Nel
1042 Guglielmo d'Altavilla, divenuto Conte di Puglia, costruì un castello
edificato su una preesistente rocca bizantina, dove si svolgono quattro concili
papali tra il 1059 e il 1101 e Urbano II bandisce la prima crociata nel 1089.



Qui,
nel 1231, Federico II promulgò le Constitutiones
Augustales
del Regno di Sicilia, il primo vero e proprio testo organico
medievale di leggi scritte per disciplinare tanto la materia civile quanto
quella penale. È diviso in due parti, una raccolta intorno al cortile d’onore
di rappresentanza; l'altra più legata ai fatti d'arme.



Il Castello di Melfi,
utilizzato come tesoreria regia, deposito delle riscossioni effettuate in
Basilicata, nonché come prigione di nobili, mogli spodestate, cardinali e numerosi
vescovi francesi e tedeschi, si integra con la cinta fortificata che circonda
il centro storico, ancora intatta in numerosi tratti.





Proseguimento – accompagnati da uno studioso locale –
per la zona del VULTURE E LAGHI DI MONTICCHIO.



Il Vulture
(talora Vulture-Alto Bradano o Vulture-Melfese),
subregione
della
Basilicata
settentrionale, dominata dal massiccio dell’omonimo m
onte (1.326 m) – vulcano non più attivo già
da epoche protostoriche, ma che non può ancora, a rigore scientifico, definirsi
"spento" –, conserva un ricco patrimonio ambientale e naturalistico,
come aree da pascolo, torrenti sub-montani e sorgenti, da cui sgorgano acque
minerali acidule che hanno permesso lo sviluppo di industrie d’imbottigliamento
che esportano in tutta Italia, altresì, presenta una grande varietà
morfologica, floristica e faunistica. Nella parte orientale, infatti, i venti
caldi di influenza
adriatica contribuiscono allo sviluppo di frutteti, uliveti e
vigneti (il vino
DOC per eccellenza della zona
è l'
Aglianico del
Vulture
, dal nome del vitigno di origine greca Ellenico, diffuso anche nell'Avellinese e nel
Beneventano). Nella parte
occidentale, condizionata invece da correnti fredde appenniniche, si pratica la
cerealicoltura e sono presenti le conifere (
cedri, cipressi,
pini, douglasia
e
abeti)
e altifoglie (
salici,
olmi, pioppi, ontani, frassini,
robinie
e
noci). Nelle zone a
ridosso delle aree boscate (tra i 600 ed i 700 metri di altezza), invece, il
paesaggio è composto da orti, prati e pascoli, mentre la specie arborea più
rappresentativa è il
castagno (diffuso tra i 600 ed i 1.000 m d’altitudine). L’area
costituisce, inoltre, un habitat naturale per varie specie faunistiche (come la
poiana,
il
nibbio reale,
il
gheppio volare, lo sparviero,
la
civetta,
il
barbagianni
e il
gufo reale).
Nel
1971 fu fondata la Riserva
regionale “Lago piccolo di Monticchio
”, che rappresenta l’habitat
naturale della
Brahmea europea, una farfalla notturna che
vive solo qui.



Alle pendici del Monte Vulture si trova un
cratere che contiene i due laghi vulcanici di
Monticchio, entrambi di
forma ellittica e separati da un istmo largo 215 m. Pur comunicando tra loro,
presentano un diverso colore: il Lago Piccolo è verdastro (esteso16 ettari, ha
il perimetro di 1.800 m, con sponde ripide che scendono fino ad una profondità
di 38 m), mentre il Lago Grande è verde oliva (la superficie è di 38 ettari e
il perimetro di 2.700 m, con bassifondi che solo a nord si inabissano fino a 36
m). Dal primo, a quota 658 m e alimentato da sorgenti subacquee, l’acqua
defluisce attraverso un ruscello nel Lago Grande, a quota 656 m.



Pranzo autogestito.





Rientro in hotel a Potenza nel tardo pomeriggio e in
serata arrivo a BRINDISI DI MONTAGNA
presso il Parco della Grancìa, dove si assisterà allo spettacolo della “Storia
Bandita” ruotante intorno al brigantaggio,
sviluppato in tutto il Meridione italiano e originato dalle condizioni di vita
misere, disoccupazione ed analfabetismo dopo l’unità d’Italia. I briganti (tra
i quali si distinsero il rionerese Carmine
"Donatelli" Crocco
, l’atellano
Giuseppe “Zi Beppe” Caruso, il melfitano Michele Schirò,
il sanfelese
Vito “Totaro” Di Gianni e il rapollese Teodoro Gioseffi noto come “Caporal Teodoro”),
trovarono rifugi ideali nelle montagne della zona, ma la rivolta fu poi
soffocata nel sangue e con condanne a morte.



La singolare ed originale rievocazione, ben inserita
nella celebrazione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, si svolge su un’area
di 25.000 mq e ruota intorno alle vicende del capobanda
Carmine
Donatelli
Crocco
, il quale, dopo aver combattuto prima tra le fila borboniche
e poi garibaldine, si pose alla guida di circa 3.000 cafoni armati contro il re
piemontese, ma alla fine fu tradito da Caruso (uno dei propri uomini) al quale
aveva portato via la donna amata.



Protagoniste dell’affrancamento delle genti del Sud
furono anche le brigantesse, “figure fiere, orgogliose che seguono i loro
uomini e li servono amandoli. Pronte anche ad uccidere se violano i loro codici
segreti. Donne che non cercano padroni,
ma compagni con cui condividere anche la loro causa. Donne diverse, bandite dal
moralismo muliebre imperante, che nella seconda metà dell’Ottocento le voleva
angelicate, virtuose, pallide e sottili” (L. Palmieri). Donne quotidianamente
all’insegna del pericolo, le quali operarono attivamente accanto ai propri
uomini, soffrirono e gioirono con loro, lottarono in nome degli stessi ideali e
per il riscatto del Sud.



La storia meridionale e il dramma della gelosia
alimentano, pertanto, uno spettacolo originale (partecipano gratuitamente 450
attori volontari, scelti tra la popolazione locale), in cui non solo convivono
armonicamente teatro, cinema e musical, effetti singolari prodotti da suoni e
luci proiettati sullo sfondo rappresentato dalla montagna, musiche e canti,
fuochi pirotecnici, scene di combattimento, sparatorie, colpi di cannone e
cavalli al galoppo, ma altresì si svolge la vita quotidiana e si muovono con
ritmo frenetico briganti, popolani, monaci, bambini, soldati piemontesi e
francesi, guardia nazionale, repubblicani, bersaglieri, lancieri, gendarmi,
sanfedisti, cantanti e danzatori.



Uno spettacolo multimediale firmato da Giampiero Berri
e Oreste Lopomo, mentre la direzione artistica è affidata a
Jean-François Touillard,
la consulenza storica a Tommaso Pedio (il più importante studioso del
brigantaggio), la regia a Victor
Rambaldi (figlio di Carlo) creatore di «E.T.» e di «King Kong» oltre che tre
volte Oscar per gli effetti speciali, la colonna sonora a
Lucio Dalla
e
Antonello Venditti. Inoltre, vi partecipano –
prestando la propria voce – artisti famosi come
Michele
Placido
(doppiatore di Crocco), Lina Sastri, Orso Maria Guerrini, Paolo
Ferrari e Nanni Tamma.



Cena autogestita nel Parco della Grancìa. Rientro a
Potenza.





III° GIORNO:
domenica 28 agosto.



Dopo la colazione in hotel, partenza per il LAGO DI S. GIULIANO, ricadente in un’area naturale
protetta
della Basilicata
(istituita con legge regionale nel
2000),
dichiarata dal Ministero dell’Ambiente area SIC (
Sito di
interesse comunitario
) ed area ZPS (Zona di
protezione speciale
) e dal maggio
2003 inserita, con decreto
ministeriale, nell’
elenco delle zone umide italiane
previste dalla
Convenzione
di Ramsar
per la conservazione delle aree di interesse internazionale per
la fauna acquatica.



San Giuliano è legata alla
nascita dell’omonimo invaso artificiale creato per scopi irrigui dallo
sbarramento del fiume
Bradano
negli anni tra il
1950 ed il 1957, grazie al programma
economico di aiuti del
piano
Marshall
. La sua presenza ha attirato sin dal principio numerose specie di
uccelli (circa 180), soprattutto durante lo svernamento e le migrazioni tra cui
aironi
cinerini
, garzette,
svassi, folaghe, cormorano, volpoca e oca
selvatica
, di rapaci (nibbio reale e bruno,
poiana e di passeriformi (in
particolare, il
pendolino costituisce il simbolo dell’oasi del
WWF) e di mammiferi (
istrice, tasso, gatto
selvatico
, faina
e qualche esemplare di
lontra), oltre a eventi ornitologici ritenuti eccezionali,
come ad esempio la presenza nell’autunno del
1989 della casarca (raro esemplare
di anatra), nel
1994 di un
adulto di pellicano, nel dicembre del
1995 di dodici eleganti cigni
reali, nell’
agosto 2006 di uno scheletro fossile di balena risalente al pleistocene (cioè circa un
milione di anni fa) – recuperato nel
2008
e trasferito in un laboratorio della Soprintendenza per il patrimonio storico,
artistico e demoantropologico, in attesa di essere esposto nel M
useo
Archeologico Nazionale “Domenico Ridola
” di Matera –, nel 2010 di un esemplare della
rarissima albanella pallida trovata ferita, ecc.





Proseguimento
per la Gravina di Picciano dove ricade la
CRIPTA DEL “PECCATO ORIGINALE
” (il nome deriva dal pannello, posto sulla
parete di fondo, riproducente l’episodio biblico del Peccato Originale), che
sarà illustrata da studiosi locali. Risale all’inizio del IX secolo ed è
radicata nella memoria locale come la “Grotta dei Cento Santi”, poiché
completamente affrescata. Già chiesa del fronteggiante cenobio
longobardo-benedettino, rappresenta una delle testimonianze più significative
della pittura altomedievale dell’area mediterranea. Per il valore teologico e
artistico del compendio pittorico, la chiesa-grotta è stata definita “la
Cappella Sistina” della pittura parietale rupestre.





Pranzo leggero presso UN’AZIENDA VITIVINICOLA (a base di prodotti tipici locali) e,
successivamente, visita guidata di MIGLIONICO
(2.630 ab.), con il castello, appartenente alla famiglia Sanseverino, che
prende il nome dalla congiura, organizzata l’1 ottobre 1481, dai baroni ai
danni di Ferdinando I d’Aragona re di Napoli e conclusa con una sanguinosa
strage. Da quel momento il castello fu chiamato del "Malconsiglio".
Il maniero ha la forma di un parallelogramma, fiancheggiato da sette torrioni
(quelli più antichi sono quadrati), due bitorri e alcune torri circolari (poste
ai vertici della costruzione). È costruito su due livelli, con un ballatoio che
risale ad una ristrutturazione voluta dai Revertera nel 1600. La parte più
bella è rappresentata dalla Sala della Stella o degli Spiriti (nelle nicchie
intagliate nei muri erano custoditi i tesori dei suoi abitatori).



La chiesa di San Francesco,
invece, è situata nei pressi del comune ed è affiancata da un piccolo convento
con campanile romanico, nel cui interno è conservato il meraviglioso polittico
di Cima di Conegliano del 1499 (soprannome di Giovanni Battista Cima,
pittore italiano, esponente
della
scuola
veneta
del XV secolo, il quale, dopo Giovanni Bellini ed il
Carpaccio, e prima di Giorgione, fu il pittore prediletto di Venezia per l’atmosfera argentea che , leggera, aleggia
sul paesaggio italiano). Il polittico di Miglionico, acquistato a Lipsia sul
finire del Cinquecento con il compito di ornare il coro della chiesa madre,
esprime tutto lo stile pittorico limpido e armonioso del Cima e costituisce uno
degli esempi più significativi di arte importata in Basilicata.





L’escursione in Basilicata si concluderà, infine, se
rimarrà tempo sufficiente, con una passeggiata a MATERA.







FINE DEI NOSTRI SERVIZI - RIENTRO A LECCE IN TARDA SERATA







IL PROGRAMMA POTREBBE SUBIRE MODIFICHE
SENZA ALTERARE IL CONTENUTO DELLE VISITE










QUOTA
INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE (in doppia): Euro 275,00



(Supplemento camera singola: Euro 50,00)









La quota comprende:



- Sistemazione
in albergo, in camere doppie con servizi privati



- Trattamento e pasti come da programma



- Autopullman privato G.T. per tutta la durata
del viaggio



- Visite guidate come da programma, esclusi
ingressi indicati in “La quota non comprende”



- Assicurazione (assistenza medico-bagaglio per
tutta la durata del viaggio)





La
quota non comprende:



- Ingresso al Parco della Grancìa e alla rappresentazione della “Storia
Bandita”



- Entrate nei Musei il cui costo è il seguente:



Castello di Lagopesole 2,00 € con guida (è invece gratuito per le persone con
anni superiori ai 65 o inferiori ai 18); Museo Archeologico di Melfi (2,50 € intero, € 1,25 ridotto dai 18 ai 25 anni, gratuito
per <18 e >65
); Cripta del Peccato Originale 8,00 € con guida



- Supplemento singola 50.00 €



- 15,00 € mance per guide



- Mance, extra di natura personale e tutto
quanto non espressamente menzionato in “La
quota comprende”





Per bloccare autobus e albergo, le prenotazioni
dovranno pervenire entro l’1 agosto
(con un acconto di 100,00 € che sarà rimborsato se non si dovesse raggiungere
il numero minimo di 20 paganti; il saldo invece dovrà avvenire,
improrogabilmente, entro il 19 agosto),
presso la Segreteria dell’Associazione G.ECO.S. in Via Vienna n. 26 di San
Donato di Lecce (Tel/Fax: 0832.347774
328.6486122), oppure l’Agenzia
Viaggi Chiriatti in Corso Re d’Italia n. 61 di Galatina (0836-528551/561615,
Fax; 631495). Il versamento della somma può essere effettuato, anche tramite
bonifico, sul conto corrente bancario intestato a:





CHIRIATTI
VIAGGI DI CHIRIATTI ROMINA & C., le cui coordinate bancarie sono le
seguenti:



SAN PAOLO
BANCO DI NAPOLI - Piazza Dante Alighieri n. 95, Galatina (LE)



IBAN: IT
31 U 01010 79652 1 00000008928





PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI ALLA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE
CULTURALE GE.CO.S. (Prof.ssa Adele Quaranta - Tel/Fax: 0832.347774;
328.6486122;



e-mail: viaggiacongecos@libero.it - adele.quaranta@unisalento.it)





PER L’ORGANIZZAZIONE TECNICA ALL’AGENZIA VIAGGI CHIRIATTI



(0836-528551/561615;
Fax: 631495)



Nessun commento:

Posta un commento